Ciao sono Giorgio Pozzi e in questo articolo ti dirò perché penso che dovresti guardare The social dilemma su Netflix.
Ultimamente si fa un gran parlare di un documentario che Netflix ha distribuito ai suoi abbonati proponendolo anche in prima pagina. È un documentario che (grazie all’enorme numero di utenti iscritti) vuole aprire un dibattito, far discutere e sembra esserci riuscito, anche se in molti stanno cercando di sminuirne il valore (cercate “the social dilemma” su YouTube) perché non c’è un contradditorio e perché dipingerebbe tutto troppo nero. Ma nessuno dice che le cose che vengono dette sono false, perché non lo sono affatto.
Indice dei contenuti
Attenzione spoiler
Di cosa parla The social dilemma? Ve lo dico, ma questo è uno #spoiler, quindi se non volete sapere nulla prima di vederlo vi invito di guardarlo subito su Netflix, altrimenti continuate pure a leggere.
Dipendenza e attenzione
The social dilemma pone la nostra attenzione sulla dipendenza da social network che va diffondendosi soprattutto sui più giovani e sul ruolo degli algoritmi delle varie piattaforme in questa dipendenza. Niente di nuovo insomma, sono cose di cui Montemagno (per citarne uno dei tanti) parlava già da anni. Tuttavia l’opinione pubblica è ancora ben lontana da una vera consapevolezza sul tema, quindi il documentario riporta all’attenzione di tutti i suoi abbonati un problema fin troppo sottovalutato: la nostra attenzione è denaro.
Algoritmi
Gli algoritmi delle varie piattaforme sono scritti sfruttando tutto quello che sappiamo dei meccanismi della mente. Questo significa che riescono ad essere molto persuasivi soprattutto in chi non è consapevole della loro efficienza. Il documentario, che si compone delle dichiarazioni di tanti ex-dipendenti delle varie aziende californiane, si chiede se non sarebbe il caso che il feed generato dagli algoritmi facesse anche l’interesse dell’utente, invece di concentrarsi esclusivamente su quello dell’azienda.
Ma non è tutto, infatti gli algoritmi non si limitano a fare gli interessi dell’azienda. Mostrando solo ciò che l’utente vuole vedere (per mantenere l’attenzione dell’utente), starebbero anche contribuendo a una graduale radicalizzazione delle idee degli utenti.
Conseguenze inattese
Molte delle cose che oggi creano dipendenza e anche sofferenza (ad esempio il numero dei mi piace), sono nate con intenti profondamente diversi e semplicemente non si era previsto come le cose si sarebbero evolute nel tempo. Ora però che sappiamo come stanno le cose oggi, sarebbe il caso di aggiustare un po’ la rotta. Insomma è una questione di etica.
Teorie e provocazioni
Viene dato spazio anche varie provocazioni (come quella di cancellarsi da facebook) e a diverse teorie sulle varie conseguenze negative che gli algoritmi stanno portando anche nelle democrazie di tutto il mondo. Non si negano mai gli aspetti positivi e l’utilità che questi strumenti hanno dimostrato di avere, ma l’intento è chiaramente quello di cercare di proporre un qualche tipo di regolamentazione o autoregolamentazione che tuteli le persone e la nostra società.
Conclusioni
Insomma è uno dei tanti contenuti di Netflix che merita la visione (ci sono parecchi documentari che meritano di essere visti sulla piattaforma, anche se molti sono sottotitolati). Ve lo consiglio non certo per divertirvi, ma per pensare ed essere meno passivi nella fruizione della tecnologia. Personalmente spero che l’appello di The social dilemma su Netflix possa davvero contribuire a migliorare le cose.
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