Ciao sono Giorgio Pozzi e in questo articolo ti parlerò del primo Macintosh.

Una giovane atleta, in sfregio alle orde di lobotomizzati, sfascia un mega schermo rappresentante il Grande Fratello Orwelliano, poi appare una scritta: “Capirete perché il 1984 non sarà come ‘1984’ “.

Con questo spot di Ridley Scott, trasmesso una sola volta durante il Super Bowl, Apple presentò al mondo il suo primo Macintosh. Ma andiamo con ordine.

Quella cosa chiamata mouse

Steve Jobs in visita ai laboratori Xerox PARC era stato letteralmente fulminato dalla possibilità di realizzare un personal computer con una interfaccia grafica controllabile grazie a un dispositivo rivoluzionario: il mouse.

Competizione in Apple

L’aria che si respirava in Apple in quegli anni non era delle migliori; Steve Jobs fu espulso dal progetto Lisa perché era un elemento di disturbo che tendeva a dividere i gruppi in cui lavorava.

Steve quindi si guardò intorno e si imbatté in un progetto di Jef Raskin che lavorava a un computer compatto poco potente ma molto economico. Jobs intuì che questa idea poteva essere vincente e cominciò a rivolgersi a Raskin cercando di convincerlo a utilizzare i più costosi Motorola 68000 perché potesse gestire una interfaccia grafica come quella che aveva visto allo Xerox PARC. I due finirono per scontrarsi e per risolvere la questione l’allora CEO Scott decise di affidare il progetto a Jobs.

Il progetto rivoluzionario

Wozniak era impegnato a lavorare all’Apple II, quindi Jobs portò avanti il progetto cercando di circondarsi dei dipendenti migliori e concentrandosi su ogni più piccolo dettaglio, dalla forma del case a quella dei componenti interni. Fu Jerry Manock, designer industriale, a dover sopportare le infinite richieste di Jobs sul design della scocca del nuovo Macintosh.
Steve Jobs voleva che gli angoli fossero smussati sia nella scocca che nell’interfaccia, quindi Bill Atkinson dovette lavorare duramente per adattare il software a questa particolare richiesta.

Uno sviluppo difficile

La complessità del progetto e le continue richieste di Jobs resero lo sviluppo del Macintosh piuttosto complicato, inoltre il progetto fu rivisto più volte in fase di realizzazione per cercare di essere più competitivi possibile rispetto ai PC di IBM che si stavano imponendo sul mercato. Fu quindi aumentata anche la RAM del computer e si utilizzò un formato di Floppy più capiente.

Steve Jobs considerava il Macintosh una vera e propria opera d’arte quindi fece firmare tutti gli sviluppatori che avevano partecipato al progetto e poi inserì queste firme in rilievo all’interno del Macintosh.

Il prezzo e la promozione

L’hardware del Macintosh era stato stravolto dal progetto iniziale di Raskin e il suo prezzo fu stimato attorno ai 1995 dollari contro i mille che avrebbe desiderato Raskin. Ma l’amministratore John Sculley obiettò e nonostante le resistenze, fissò il prezzo a 2495 dollari, in modo da finanziarne una grossa promozione e discostarne il prezzo dall’Apple Lisa. Il lancio fu fissato per inizio 1984.

Nella primavera del 1983 Jobs sviluppò l’idea della campagna promozionale e ne affidò la realizzazione all’agenzia Chiat/Day, che sviluppò lo spot che avete visto all’inizio di questo articolo.

Apple non era convinta

Il progetto di promozione non piacque a soci, azionisti e nemmeno a Sculley che allora guidava il consiglio di amministrazione della società. Jobs dovette lottare per difendere il progetto in un clima aziendale sempre più teso, e ci riuscì solo grazie all’aiuto di Mike Murray, responsabile marketing in Apple.

Il successo dello spot lanciato durante il Super Bowl fu enorme, tanto che venne definito il miglior filmato pubblicitario di tutti i tempi.

La presentazione

Steve Jobs e i Macintosh 128K

Il lancio di Macintosh si tenne all’auditorium Flint del De Anza Community College e fu un successo. Jobs estrasse da una valigetta il computer e lo pose sopra ad una colonna posta al centro del palco. Il Mac stesso salutò il pubblico:

«Ciao, io sono Macintosh. È proprio bello essere usciti da quella borsa!
Dato che non sono abituato a parlare in pubblico, vorrei condividere con voi una massima che ho pensato la prima volta che ho incontrato un mainframe IBM: non fidarti mai di un computer che non puoi sollevare!
Ovviamente io posso parlare ma ora gradirei sedermi ed ascoltare. Perciò è con grande orgoglio che vi presento un uomo che per me è stato come un padre… Steve Jobs!»

Il primo Macintosh: caratteristiche

  • Processore Motorola 68000 a 7,83MHz
  • RAM 128KB
  • ROM 64KB
  • Monitor da 9 pollici con risoluzione di 512x342pixel
  • Lettore Floppy
  • Connettori: 2 porte seriali per mouse e modem, 1 porta stampante, 1 porta per Lettore Floppy esterno, 1 uscita audio.
  • Sistema operativo System 1.0

Il primo Macintosh 128KUn inizio zoppicante

Nonostante il successo della presentazione, la risposta del mercato non fu entusiasmante. I 128K di memoria non erano sufficienti per ospitare programmi professionali oltre al sistema operativo, gli utenti avevano a disposizione solo MacPaint e MacWrite, mentre la concorrenza galoppava. Apple rilasciò quindi il Macintosh 512K per rispondere alle richieste del mercato e le vendite aumentarono.

Una marea di cloni

Anche il primo Macintosh fu copiato a mani basse. Allora la giurisprudenza sul copyright del codice era ancora piuttosto caotica e Apple faticò non poco a difendere la proprietà intellettuale dei prodotti Apple e ideò anche un codice nascosto per sgominare coloro che clonavano il suo codice senza autorizzazione.

Conclusioni

Il primo Macintosh ha avuto una storia davvero complicata e non è stato il successo che Steve Jobs avrebbe sperato, però pose una prima pietra fondamentale per lo sviluppo futuro di tutta Apple.
Infatti l’idea di computer compatto con interfaccia grafica e mouse possiamo vederla come alla base di qualsiasi personal computer contemporaneo di qualsiasi marchio.
In particolare il suo design compatto “Tutto in uno” ha chiaramente ispirato anche la fortunata linea di iMac.

PS: Il design del primo Macintosh continua a ispirare tante persone ed è ricordato con nostalgia da molti, tanto che ha ispirato anche uno stand di ricarica per Apple Watch. 😅

Fonti: Steve Jobs la biografia, Wikipedia

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