Ciao sono Giorgio Pozzi e in questo approfondimento ti spiegherò perché il nuovo Mac mini M1 non è affatto “mini”.

Questa non è una recensione perché non ho avuto modo di provarlo di persona, ma in Rete ci sono già tutti i dati che servono per parlare di questo nuovo Mac da scrivania che monta un system on a chip rivoluzionario.

Aspetto

Non mi dilungherò molto su questo aspetto. Il Mac mini M1 è uguale al suo predecessore a parte il colore che torna Silver. La quantità di spazio vuoto all’interno del case è impressionante e suggerisce che le prossime versioni potrebbero essere molto più compatte. Le cose potrebbero essere un po’ diverse per il modello superiore (al momento ancora Intel) che ci aspettiamo sarà ancora Space Gray.
Apple in questo aggiornamento ha volutamente mantenuto lo stesso aspetto esteriore dei Mac, ma dopo che i nuovi system on a chip si saranno affermati, le cose potrebbero cambiare.

Prestazioni

Come abbiamo visto nell’articolo dedicato al processore Apple M1, le prestazioni sono un salto in avanti enorme. Il Mac mini 2020 riesce a fare cose prima impossibili per questo tipo di macchine. Diciamo pure che riesce a fare tutto quello che l’utente medio (anche creativo) potrebbe voler fare. Una roba mai vista.
Si può tranquillamente fare montaggi video in 4K o si può scrivere musica con tantissime tracce, tutte cose che prima potevi fare solo con macchine molto più costose.

Per ottenere il massimo è importante che le applicazioni vengano ricompilate per Apple M1, ma gli sviluppatori sono entusiasti e la transizione sembra procedere molto bene (tanto che già si parla anche di Windows ARM su questi Mac).

Anche lato GPU si è avuto un enorme balzo delle prestazioni. Il Mac mini non è affatto una macchina da gaming (Può sopportare tutti i giochi Apple Arcade ma poco altro), eppure rispetto alla generazione precedente le prestazioni sono cresciute di 6 volte.
Uno degli assi nella manica del System on a chip Apple M1 sono i 16 core del Neural Engine che rendono il nuovo Mac mini un asso nell’apprendimento automatico facendo impennare le prestazioni.
UMA (la memoria unificata direttamente su M1) e il velocissimo SSD (fino a 3,4 GBps) danno una ulteriore spinta alla velocità del computer.

Riporto alcuni Benchmark:

GeekBench

Mac mini M1: single-core 1753, multi-core 7735.
Mac mini Intel i3 (2018): single-core 960, multi-core 3353. (fonte)
MacBook Pro Intel: single-core 871, multi-core 3786, OpenCL 6962. (fonte)

CineBench

Mac mini M1: single-core 1524, multi-core 7827.
Mac mini intel i3 (2018): single-core 948, multi-core 3679. (fonte)
MacBook Pro 16″ Intel: single-core 992, multi-core 5974. (fonte)

Sì, avete letto bene, il nuovo Mac mini M1 straccia anche il MacBook Pro 16″ in vendita a 2799€.
Se volete minimizzare lo swap sull’SSD procuratevi la versione da 16GB di UMA, ma già la versione da 8GB ha prestazioni al top.

Prezzo

Sul fronte del prezzo Apple riesce ad abbassare il prezzo di un centinaio di dollari, rendendolo una macchina più appetibile che in precedenza, anche se non come ai tempi dei primi modelli da 500 dollari.
Considerando la necessità dell’acquisto separato di mouse, tastiera e monitor (e altoparlanti), non è così economico, ma comunque tra i Mac si fa notare, soprattutto se uno ha già tutto il necessario.

Conclusioni

Insomma il nuovo Mac mini M1 non è affatto mini come il nome potrebbe far pensare.
È una macchina potente e che si adatta alle esigenze della maggior parte degli utenti. Non costa poco pur essendo il Mac meno costoso, e potrebbe essere decisamente più piccolo con una ottimizzazione del case. È mini solo di nome, in ricordo della linea di Mac compatti che dal 2005 invogliò tanti utenti PC a passare al Mac. Oggi vive una seconda giovinezza grazie ad Apple M1, ma fate attenzione, questa volta non è affatto mini.

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Fonte: Apple

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