Ciao sono Giorgio Pozzi e in questo articolo ti parlerò di un momento piuttosto traumatico ma anche esaltante della storia di Apple: il viaggio verso Mac OS X.

Alla ricerca di una nuova strada

Dopo il fallimento del progetto Copland, Apple si trovò a dover scegliere il sistema operativo del futuro. Poteva scegliere Tra BeOS, OpenStep, Solaris e (per assurdo) Windows.
Tutti questi sistemi avevano delle caratteristiche che Apple non aveva avuto il tempo e le risorse di sviluppare in casa.

Be

BeOS fu la prima scelta, ma finì per essere scartata perché Be chiese una cifra troppo alta: Trecento milioni di dollari (e il sistema non era neanche del tutto pronto per il mercato).

BeOS

NEXT

A quel punto Apple prese in considerazione anche OpenStep di NEXT, la società che Steve Jobs fondò una volta uscito da Apple. NEXT non navigava in buona acque, ma il suo sistema operativo a oggetti era ammirato da tutto il mercato. In particolare era molto amata la sua programmazione a oggetti che agevolava molto il lavoro degli sviluppatori. Inoltre Open Step era un progetto completo, pronto.

Gil Amelio si accordò con Jobs, decise di comprare NEXT e di portare OpenStep su Mac.

openstep

Tempi bui

La situazione di Apple continuava a peggiorare, anche l’acquisizione di NEXT non riuscì a risollevare le speranze degli azionisti, mentre tanti rami non produttivi dell’azienda continuavano a pesare sulle spalle di un bilancio sempre più difficile.
Larry Ellison, uno dei fondatori di Oracle, cominciò a paventare l’idea di comprare Apple e trasformarla in una società che produceva network computer: dei terminali più piccoli ed economici. L’idea terrorizzò gli appassionati che vedevano il destino dei Mac trasformarsi in semplici terminali da ufficio per server Oracle.

Steve Jobs

Steve Jobs nel frattempo aveva ricominciato a farsi strada in Apple, imponendo le sue scelte e cercando di prendere il controllo dello sviluppo sia del software che dell’hardware, poi si dice che con una serie di “macchinazioni” riuscì a far dimettere Gil Amelio e a diventare iCEO: CEO ad interim di Apple.

La rivoluzione di iMac

Steve Jobs tagliò tutto quello che non era essenziale e decise di produrre solo una griglia di quattro prodotti che sarebbero stati prodotti eccellenti, due per i professionisti e due per il resto del mercato, un portatile e un computer da scrivania. Il primo nuovo prodotto a uscire fu iMac che abbe un successo straordinario, Jobs era sulla strada giusta.

I preparativi con Mac OS 9

Intanto che i lavori per portare OpenStep su Mac procedevano, nel ’99 arrivò sul mercato MacOS 9, un sistema operativo molto più stabile di MacOS 8 (anche perché i programmi 680×0 ormai erano una cosa del passato) e ricco di funzioni piuttosto moderne (Sherlock 2, MobileMe, Aggiornamenti online, Multiutenza…).
MacOS 9 era molto importante per il futuro del Mac, perché sarebbe stato proprio lui a girare all’interno del sistema operativo di nuova generazione per garantire la compatibilità.

MacOS 9

Verso Mac OS X

La Beta pubblica del nuovo sistema operativo fu presentata nell’autunno del 2000. Con una interfaccia colorata in stile iMac, solide basi UNIX, e una stabilità mai vista su Mac, fece furore tra gli appassionati.

Mac OS X Beta Pubblica

Era composto da una Yellow Box (il nuovo sistema operativo) e una Blue Box, un ambiente dove potevano girare i vecchi software. Inoltre era possibile riavviare in Classic e tornare nel vecchio Mac OS 9.2.

Per avere la compatibilità delle applicazioni per i precedenti MacOS, si decise di usare il booting di un completo sistema Mac OS 9 che quindi doveva essere installato sul Mac insieme al nuovo sistema operativo.

Mac OS X Cheetah

La prima versione commerciale di Mac OS X arrivò a marzo 2001 e venne subito elogiata per la sua stabilità e completezza (considerando tutto), ma in realtà era ancora molto acerba, tanto che Steve Jobs la considerò solo una ottima beta.

Le cose poi cambieranno in modo importante nel 2002 quando verrà presentato Mac OS X 10.2 Jaguar con una serie di importanti novità tecniche.
Non a caso, lo stesso anno, alla WWDC 2002, Apple organizzò il funerale di MacOS 9. La transizione era completata.

Mac OS X Jaguar

Una vita complicata

I driver scritti per Mac OS 9 non funzionavano sul nuovo OS, quindi per usare alcune periferiche era necessario riavviare la macchina in Mac OS 9 fino all’uscita dei nuovi driver (molti non arrivarono mai). C’erano anche problemi con alcune applicazioni, anche se la maggior parte funzionavano correttamente, magari dopo un apposito aggiornamento.

Fu un periodo difficile per gli utenti, costretti spesso a dei riavvii (per passare da Mac OS X a MacOS 9 e viceversa) e con applicazioni anche importanti, rimaste indietro in termini di performance per colpa del mancato supporto al nuovo sistema che arriverà solo anni dopo.

Mac OS 9 e Mac OS X

Fino a Mac OS X 10.4 L’ambiente Classic (Mac OS 9) garantì una discreta compatibilità con i vecchi programmi, poi prese piede una nuova transizione, quella verso i processori Intel, e Classic fu abbandonato, ma questa è un’altra storia.

Conclusioni

Il passaggio a Mac OS X è stato qualcosa di titanico. Un risultato ottenuto dopo anni di investimenti, fallimenti, sforzi in tante direzioni differenti. Tutto questo ha dotato i Mac di quel sistema operativo moderno che ancora oggi fa battere il cuore di queste macchine.

Con grande sforzo, Apple è riuscita a dimostrare di nuovo la sua superiorità nel software, spingendo avanti l’industria informatica come poche altre.

Immagini di Wikipedia e Flikr

Fonti: Wikipedia, Wikipedia, StoriaInformatica, Punto Informatico

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.