Ciao sono Giorgio Pozzi e oggi ti parlerò di una prospettiva quasi certa, l’arrivo dei Mac ARM: nuovi Mac con processori basati sulla tecnologia ARM.

Indiscrezioni insistenti

Sono anni che si parla di un passaggio da Intel ad ARM per i processori dei Mac, ma adesso le indiscrezioni arrivano addirittura da Mark Gurman di Bloomberg, quindi ci sono buone possibilità che vengano confermate!
Apple, forte della sua esperienza in ARM maturata sui dispositivi iOS, potrebbe infatti decidere di produrre in casa anche i processori dei Mac. Le indiscrezioni dicono che questa transizione (sicuramente allo studio da anni) entrerà nel vivo in occasione dell’imminente WWDC 2020.

Un’architettura diversa

L’architettura ARM è RISC, è nata nell’86 dal duro lavoro della sezione ricerca e sviluppo della Acorn Computers Ltd. È molto diversa da quella x86 di Intel e AMD ed è estremamente diffusa in cellulari, tablet, periferiche per computer ecc. ARM fornisce un set di istruzioni di base lasciando scegliere ai licenziatari se usare micro architetture Cortex per i propri progetti o svilupparne una propria. Apple per iOS ha sviluppato negli anni la sua di architettura coi processori per i propri dispositivi mobili (in particolare dal processore A6 in poi).

Vantaggi

Il vantaggio principale di questa architettura è la sua efficienza. I processori ARM consumano davvero poco e sono comunque potenti, inoltre possono essere personalizzati e realizzati in modo molto più compatto ed efficiente.

Con ARM Apple non sarebbe più vincolata ai tempi di Intel. Sviluppando autonomamente i suoi processori deciderebbe quando rilasciarne di nuovi e su quali tecnologie e feature puntare a ogni rilascio, a seconda di quello che le serve.
Apple potrebbe decidere di sviluppare i processori dei Mac in modo da differenziarsi dal mondo Windows e ottenere vantaggi specifici, ad esempio potrebbe contare sulla maestria di TSMC per la produzione a 5 e 3 nanometri (invece dei 10-15 di Intel).

Svantaggi

L’architettura ARM è per sua natura molto eterogenea, quindi il passaggio di fatto ridurrebbe la possibilità di eseguire altri sistemi operativi nativamente (sto pensando a Windows su tutti) senza che siano studiate specifiche ottimizzazioni. È una cosa importante? No, ma non è da sottovalutare.

A meno che Apple non abbia una enorme sorpresa in serbo, al momento non si riescono a raggiungere le prestazioni dei processori Intel più potenti con l’architettura ARM, quindi in un primo momento potrebbe essere necessario mantenere le macchine professionali sulla vecchia architettura. Se questo, di base, potrebbe non essere un vero svantaggio, potrebbe portare a noie in più agli sviluppatori.

macOS per ARM e il mondo mobile

Se Apple sceglierà questa strada starà certamente lavorando a macOS per ARM da anni, almeno dai tempi in cui arrivò Windows in versione ARM. Sono infatti convinto che Apple studi costantemente il mercato alla ricerca delle soluzioni migliori per il futuro.
Forse anche il progetto Catalyst (che aiuta le app iOS a sbarcare su macOS), potrebbe essere visto come una piccola anticipazione della convergenza che sta per verificarsi.

I dolori di una transizione

Che noie può creare una transizione come quella che si prospetta? Vediamo al passato.
Nel 2005 Apple abbandonò i processori PowerPC di IBM per approdare sugli x86 di Intel, allora meno costosi e più efficienti (motivazioni analoghe alle attuali). Il passaggio alla nuova piattaforma fu rapido (tutto successe nel giro di un anno) ma non indolore, soprattutto sul fronte delle applicazioni di terzi.
Una transizione solitamente costringe gli sviluppatori a un supporto incrociato in cui si cerca di far convivere i computer vecchi con quelli nuovi con tecnologie come l’Universal Binary o l’emulazione.

Con Universal Binary le applicazioni contengono un codice diverso per ogni piattaforma supportata, le applicazioni pesano grossomodo il doppio, ma il risultato è buono.
L’emulazione invece è il funzionamento del vecchio sistema dentro il nuovo quando necessario, appesantisce molto il computer e occupa molte risorse.

Ovviamente tutto questo si traduce in un lavoro aggiuntivo per chi sviluppa e di fatto i computer vecchi finiscono per “rimanere indietro” prima del tempo, mentre i nuovi stentano a mostrare tutti i vantaggi della nuova architettura perché il codice non è ancora davvero ottimizzato per loro.

Cosa aspettarsi

Aspettatevi un paio di anni di relativa turbolenza, con un po’ di fortuna, poco visibile alla maggior parte degli utenti.

Se davvero Apple alla WWDC 2020 aprirà questo capitolo, possiamo attenderci che Apple metterà a disposizione degli sviluppatori un Dev Kit.
In effetti un piccolo computer ARM (un Mac mini modificato, magari) sarebbe forse la soluzione migliore perché gli sviluppatori possano testare le proprie app e adattarle al meglio alla nuova architettura.

Conclusioni

Avere un Mac ARM sarà senza dubbio qualcosa di fantastico, e non credo che l’utente medio risentirà di questo cambiamento, anche se potrebbero verificarsi alcune noiose difficoltà per gli sviluppatori e quindi per Apple.

Comunque vada, un cambio di architettura non sarà mai traumatico come un cambio di sistema operativo, sto pensando al passaggio da Mac OS 9 a Mac OS X, quindi non preoccupiamoci troppo.

Se volete approfondire un po’ l’argomento, ho trovato questo articolo di Saggiamente, molto interessante.

Aggiornamento: Apple ha confermato le indiscrezioni. Oggi è cominciata la transizione ad ARM che dovrebbe impegnare un paio di anni al massimo. Se vuoi scoprire tutti i dettagli dell’annuncio ho un articolo che fa al caso tuo. A proposito, meglio un Mac Intel o un Mac ARM?

Fonte: Macity

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